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  • Immagine del redattoreLuigi Prosser

Hollywood in sciopero contro AI e servizi streaming

Lo sciopero che ha scosso Hollywood: attori e sceneggiatori uniti per parità salariale e migliori condizioni di lavoro. Sindacati e pubblico sostengono la protesta, interrompendo la produzione di film e serie TV. Il dibattito sull'equità e il controllo creativo è cruciale, portando a speranze di cambiamenti duraturi che potrebbero ridefinire l'intera industria dell'intrattenimento.

Non ho scritto una sola parola del paragrafo precedente, l’ha fatto una AI per me. L’unico handicap? Come modello linguistico, il suo database comprende solo dati fino a settembre 2021.

Pensioni, migliori condizioni salariali e assistenza sanitaria, tutele maggiori sul fronte delle intelligenze artificiali. Ecco cosa chiedono sceneggiatori e attori in sciopero da maggio (nello specifico il sindacato SAG-AFTRA). Il nemico pare essere stato individuato nella Alliance of Motion Picture and Television Producers.

Il volto dello sciopero? Fran Drescher. Già nota in tutto il mondo per la sitcom targata anni ‘90 La Tata (The Nanny), Drescher si è rivelata una agguerrita sindacalista. I temi caldi sono senza dubbio streaming e AI.

I primi a scendere in piazza sono stati gli oltre 11.000 sceneggiatori della Writers Guild of America (WGA), seguiti poco dopo dai 160.000 lavoratori rappresentati da SAG-AFTRA.


La rapida diffusione delle piattaforme di streaming ha mutato il panorama mediatico. Esemplificativo il caso dei guadagniresidui” (residuals) percepiti dagli attori per ogni replica di un film o serie TV in cui appaiono.


Parrebbe che - a differenza della regolare televisione - i servizi di streaming non debbano tenere conto di quanti utenti o quante volte uno stesso prodotto venga visionato. Ne risulterebbe che gli attori percepiscano la stessa somma, sia che l’ipotetico film sia riprodotto una volta o cento.

Pagare le comparse mezza giornata per scansionarle e poi riutilizzare la loro immagine ad libitum. Sembra fantascienza, eppure non è difficile capire l’attrattiva che questa soluzione possa esercitare sulle case di produzione.

Se continuassimo il nostro esperimento e domandassimo ad una intelligenza artificiale quali altri rischi corre Hollywood, la risposta potrebbe essere quella che segue:

L'IA può creare attori digitali capaci di sostituire attori umani, minando le opportunità lavorative. Inoltre, i sistemi AI possono generare sceneggiature e contenuti, minacciando la creatività umana. Ciò potrebbe ridurre la diversità e l'originalità nell'industria. Inoltre, la diffusione di deepfake potrebbe compromettere la reputazione degli attori.

Non tutto è perduto: si contano almeno 39 progetti che hanno ottenuto il via libera di SAG-AFTRA. Produzioni più e meno di nicchia, ma con nomi molto conosciuti, che continueranno al netto dello sciopero: Anne Hathaway e Michaela Coel in Mother Mary; Paul Rudd e Jenna Ortega in Death of a Unicorn; Matthew McConaughey in The Rivals of Amziah King; Mark Wahlberg in Flight Risk per la regia di Mel Gibson; Mads Mikkelsen e Sigourney Weaver in Dust Bunny; Rebel Wilson con Bride Hard.

Ma Hollywood non è tutta tappeti rossi e statuette dorate, e la macchina si compone anche di lavoratori ordinari: costumisti, truccatori, inservienti, manovali, addetti al catering ecc. Questi spesso non percepiscono un guadagno annuo sufficiente per accedere alla copertura assicurativa sanitaria - altro nervo scoperto del Paese a stelle e strisce. Solo il 12,7% degli iscritti al SAG-AFTRA raggiunge la somma prestabilita.


Come direbbe la nostra intelligenza artificiale di fiducia: "Bilanciare l'innovazione tecnologica con le esigenze dell'industria e dei professionisti diventa cruciale per evitare impatti negativi". E c'è qualcuno che, l'impatto potenziale di questo sciopero, lo ha quantificato in 4 miliardi di dollari.



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