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Immagine del redattoreElisa Egidio

Mobilitazione in rete. Una rotta da esplorare

Sfuma nuovamente l’approvazione del Ddl Zan contro misoginia, omotransfobia e abilismo, ostaggio di continui rinvii e di emendamenti dettati da algoritmi più indecifrabili dello Zero Theorem.


Come potrà la voce dei cittadini sfondare le pareti insonorizzate di Montecitorio e di Palazzo Madama?

Attraverso l’attivismo sociale e le iniziative radicate nella società civile.

Un fenomeno analizzato da Stefano Rodotà ne Il mondo nella rete. Quali i diritti quali i vincoli e accelerato in gran parte dalle nuove piattaforme online.


Tra queste Avaaz, organizzazione non governativa internazionale attiva sul fronte climatico e ambientale, e Odiare ti costa, per la prevenzione e il contrasto dell’Hate Speech.


Da’ voce al rispetto, petizione lanciata su Change.org da All out, movimento globale per i diritti della comunità LGBT, e da Francesco Lepore, caporedattore di GayNewsItaly e collaboratore de Linkiesta, già ad aprile aveva superato le 300 000 firme, con l’obiettivo di raggiungerne 500 000.


Un esempio di mobilitazione a colpi di clic, lungi però dal debellare gli striscioni e i megafoni che riempiono le piazze.


Secondo Rodotà spazio fisico e virtuale sono infatti tra loro complementari: l’azione, coordinata e pianificata attraverso la rete, si concretizza pienamente solo all’esterno di essa. Emblematica in tal senso è la manifestazione del 30 novembre 1999 a Seattle contro il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio.


Una relazione tuttavia biunivoca: le manifestazioni trovano a loro volta una cassa di risonanza nei social e nei mezzi di comunicazione.

Resta però un nodo da sciogliere: che ruolo gioca nei confronti delle istituzioni tutto questo fermento?


Ne La democrazia in America, frutto di un viaggio nel Nuovo Continente tra il 1831 e il 1832, Alexis de Tocqueville poneva nella società civile il cuore pulsante della democrazia, soprattutto di quella americana.


Questa deve essere cementata infatti da un sentimento di appartenenza a sua volta alimentato dalla “circolazione dei sentimenti e delle idee”.


Un compito affidato dal filosofo alle associazioni e ai giornali, ispiratori questi ultimi di disegni comuni e di strategie per la loro realizzazione.


Ed ereditato oggi in parte dalle piattaforme online di informazione, partecipazione e collaborazione, secondo Michele Sorice, sociologo ed esperto di comunicazione, un terreno di confronto molto fertile e stimolante.


La democrazia deliberativa attraversa una fase di grande sperimentazione: la consultazione, lo scambio di informazioni e di opinioni acquistano centralità rispetto alla mera finalità di voto.

L’entusiasmo verso queste forme di partecipazione incontra però alcuni ostacoli.

In primis il digital divide, il divario digitale nell’accesso alla rete.


In seconda battuta il rischio, denunciato da Gabriele Giacomini in Potere digitale, di finire sotto il cappello della partecipazione “debole”, riservata cioè a questioni settoriali e marginali.

D’altra parte non va sottovalutato l’alto potenziale controdemocratico di tali strumenti.


Controdemocrazia non è il nome di un movimento cospirazionista, ma un neologismo coniato da Pierre Rosanvallon, acclamato storico e sociologo francese.


Una pratica per monitorare e vagliare l’operato delle istituzioni attraverso la mobilitazione sociale e l’attivismo, non necessariamente convenzionale o partitico.


Una rete di collaborazione che funga da campanello d’allarme contro le ingerenze del potere, non solo quello politico.


Basti pensare all’epopea dei dipendenti di Amazon per il riconoscimento del diritto alla sindacalizzazione.

Come primo segnale una petizione di Amazonians united firmata da più di 400 lavoratori del magazzino di Eastvale in California per la richiesta di migliori condizioni. Poi, dopo molti scioperi, la pubblicazione online di un elenco di richieste da parte di Make Amazon Pay. Infine, la raccolta a gennaio 2021 di tremila firme a favore della sindacalizzazione.


Agire in comune. Questa è, secondo Tocqueville, una delle vocazioni più naturali dell’uomo.

Incoraggiata, in tempo di distanziamento sociale, da nuovi strumenti e spazi ancora tutti da esplorare.


La rotta è stata tracciata. Che il viaggio abbia inizio.

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