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  • Giovanni Grazioli

Rapporto ASviS 2023: luci ed ombre dell’Italia

Giovedì 19 ottobre è stato pubblicato il nuovo rapporto ASviS 2023, contenente un’approfondita analisi sul lavoro fatto dall’Unione Europea relativamente al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Progressi, stasi, ma anche arretramento: come siamo messi in Italia?

Il Rapporto 2023 di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), diretta da Enrico Giovannini, rivela lo stato dell’arte del raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Le parole del Segretario Generale dell’ONU rivelano una situazione non rosea: “A metà del percorso la promessa dell’Agenda 2030 è in pericolo”.


Ad oggi, solo il 12% dei Target dell’Agenda 2030 risulta infatti verosimilmente raggiungibile. Nonostante si siano raggiunti a livello mondiale diversi traguardi importanti (dalla riduzione del tasso di mortalità infantile al ritorno dei livelli occupazionali a quelli pre-crisi 2008), la recente pandemia, la guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno portato ad un generale arretramento dei progressi fatti.


L’Europa risulta il territorio più avanzato, presentando miglioramenti in gran parte degli obiettivi, grazie anche alla centralità che l’Agenda 2030 ha assunto con il mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Il Green Deal, con al suo interno il principio DNSH (Do No Significant Harm - non nuocere in modo significativo all’ambiente), ricopre un’importanza fondamentale nell’attuazione degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda, e la stessa ASviS ne auspica la chiusura ed attuazione nel più breve periodo possibile con un accordo tra Parlamento europeo e Consiglio che non ne comprometta le finalità.


Il Rapporto 2023 rivela come in Europa dal 2010 al 2021 vi siano stati dei miglioramenti significativi nella riduzione delle disuguaglianze per otto Obiettivi. Ad esempio, per quanto concerne l’Obiettivo 5 - Parità di genere - è aumentato il numero di donne che occupano posizioni manageriali e che risiedono in parlamenti nazionali (rispettivamente del 8,4% e del 4,9% tra il 2015 e il 2021). Osservando i dati relativi all’Obiettivo 8 - Lavoro Dignitoso e Crescita economica - si nota un calo del tasso di disoccupazione del 2,2% e della quota dei NEET (giovani che né studiano né lavorano) del 2,7%. In generale, però, i miglioramenti avuti nel corso del decennio preso in esame appaiono non sufficienti per il raggiungimento pieno dei target per il 2030.


In Italia la situazione è critica. Le carenze strutturali italiane sembrano precludere più che negli altri Paesi al raggiungimento degli Obiettivi alla fine del decennio. Ad esempio, sempre prendendo in esame l’Obiettivo 8, il nostro Paese è quello che ha mostrato i miglioramenti più contenuti, posizionandosi in fondo alla classifica dei ventisette Stati europei. Allo stesso modo anche il raggiungimento dell’Obiettivo 4 - Istruzione di Qualità - risulta lontano. L’Italia si posiziona infatti ben al di sotto della media europea, con un numero di laureati inferiore del 15,1% e dei diplomati del 16,4%.


ASviS analizza in modo puntuale anche la percezione che si ha nel nostro Paese riguardo l’importanza del raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. La Lotta contro il cambiamento climatico resta saldamente prioritaria per la popolazione anche nel 2023, seguita da Lavoro dignitoso e benessere economico e da Salute e benessere. L’obiettivo 1 (Sconfiggere la Povertà) si posiziona al nono posto della classifica, seppur rappresenti uno degli SDGs i cui indicatori sono peggiorati maggiormente rispetto al 2010 in Italia.


Fondamentale risulterà il ruolo dei giovani e della scuola, la quale rimane la fonte informativa d’eccellenza per quanto riguarda le tematiche relative allo sviluppo sostenibile. Il livello di conoscenza degli SDGs da parte della popolazione più giovane risulta molto superiore rispetto a quello della popolazione italiana in generale (34%). Il 58% degli studenti, infatti, conosce gli Obiettivi e l’Agenda 2030, un dato in forte incremento rispetto al 2019.


Se da un lato vi è stata una indubbia crescita della consapevolezza sull’importanza della sostenibilità, dall’altro è anche aumentato un certo scetticismo sull’effettiva volontà di costruire un mondo più sostenibile. In Italia, questo sentimento è provato da circa il 22% della popolazione. Invertire la spirale negativa che ha caratterizzato l’andamento degli Obiettivi è ancora possibile, ma è necessario che la sostenibilità sia il perno fondamentale dell’azione politica nel complesso.


L’Italia si è impegnata in sede ONU alla redazione di un “Piano di accelerazione”, e ASviS ne sottolinea i buoni propositi, suggerendo anche alcune aree prioritarie di intervento, come l’aumento dell’occupazione femminile, delle risorse allocate alla sanità, del contrasto alla dispersione scolastica, del contrasto alla povertà. A dicembre, all’interno del ciclo di eventi “ASviS Live”, verranno discusse e presentate soluzioni concrete per rendere il nostro Paese pienamente capace di attuare gli Obiettivi dell’Agenda 2030.


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