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  • Sabina Villani

Guerra in Ucraina: Trentino attivo tra manifestazioni e aiuti materiali


Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l'Ucraina e il conflitto ha procurato e continua a procurare migliaia di sfollati in un'emergenza umanitaria su larga scala. Diverse organizzazioni di società civile e cooperazione internazionale si sono mobilitate con l'intento di dare la priorità alla difesa della popolazione civile e garantire accesso all'assistenza umanitaria. Sono state affiancate da una mobilitazione dei cittadini nelle piazze contro il conflitto e da aiuti concreti alla popolazione ucraina.

Piazza Dante durante la manifestazione organizzata dal Forum per la Pace

Sabato 26 febbraio molti Ucraini residenti in Trentino si sono riuniti in piazza Dante a Trento uniti dal grido Слава Україні! (Slava Ukraini!) – «gloria all'Ucraina» (il loro saluto nazionale) e «Putin assassino». Hanno portato cartelli, striscioni e bandiere Ucraine miste a quelle della Pace portate dai simpatizzanti, in solidarietà e sostegno degli ucraini che si ritrovano a lottare contro l'invasione. Simpatizzanti non solo italiani ma affiancati da compagni e compagne bielorusse e russi furiosi contro una guerra voluta da Putin e non dal popolo.

Infatti anche in Russia si protesta al grido нет войне! (niet vainiè!) – «no alla guerra». Il leader dell'opposizione russa, Alexei Navalny (in prigione da ormai un anno dopo il tentativo di avvelenamento da parte dei servizi segreti russi), ha chiamato i concittadini a continuare a protestare e a scendere in piazza sfidando Putin: «se per fermare questa guerra serve che riempiamo le prigioni, allora riempiremo le prigioni. Tutto ha un prezzo e questo prezzo è da pagare». Lunedì l'osservatorio ODV-info ha registrato già 6 mila le persone arrestate in Russia a seguito delle manifestazioni contro la guerra, un numero in costante crescita.


Quanto agli aiuti materiali, questi non si fanno mancare.


La Croce Rossa Italiana ha avviato una raccolta fondi urgente a sostegno dell'attività dei volontari in Ucraina, attività fondamentale non solo dal lato umanitario e sanitario per il conflitto ma anche a causa della pandemia ancora presente, affiancata da altre associazioni rinomate come Amnesty International e Save the Children.

Anche la Provincia di Trento è impegnata negli aiuti. In collaborazione con il Tavolo per la solidarietà responsabile, il Comune di Trento ha aperto un Go Fund Me intitolandolo «Meglio muoversi che commuoversi» per aiutare le vittime della guerra. Lo scopo è «raccogliere dei fondi per sostenere l'accoglienza di nuclei familiari in fuga dalla guerra o che, come loro, si trovano sul territorio in emergenza abitativa.»


Fondamentali, nel loro piccolo, si sono invece rivelate le numerose le associazioni del nostro territorio che si sono mobilitate a sostegno della popolazione civile. Associazioni che riescono ad avere un impatto diretto e quasi immediato negli aiuti.


Un esempio di quest'efficacia è dato dall'associazione La Foresta di Rovereto che da lunedì ha iniziato una raccolta di generi di prima necessità da spedire in Ucraina in collaborazione con la comunità ucraina di Rovereto e Trento e diverse associazioni locali.

Parte delle donazioni raccolte nella giornata di lunedì (foto di Fabio Franz)

L'idea è partita grazie a Roxolana, una signora ucraina che ha frequentato La Foresta per anni e che collabora con l'Associazione degli Ucraini in Trentino «Rasom» – è stata lei a lanciare questo appello di coinvolgere la comunità.


«All'inizio ho solo fatto la funzione di condividere il suo messaggio nei diversi gruppi, poi il suo messaggio è uscito e si è diffuso rapidamente su tutto il territorio – ieri c'è stata un'affluenza davvero pazzesca, ad un certo punto abbiamo dovuto mettere avvisi su Facebook dicendo 'non cerchiamo più vestiti, assolutamente'» dice Paolo. Il messaggio iniziale infatti comprendeva sia vestiti che generi alimentari, ma la risposta della comunità è stata incredibile e «adesso tutti i vestiti non si trovano neanche qua ma in un magazzino – abbiamo l'equivalente di tre tir di vestiti, su quel lato siamo coperti per un po' con le spedizioni.»

Foto di Betti Ovunque de La Foresta


Solo nella giornata di lunedì sono state un migliaio le persone che si sono presentate rispondendo all'appello. Circa 50 i volontari delle varie associazioni ma un ottantina contando quelli volanti.

«Ieri c'era gente che ci portava le cose da mangiare e poi chiedeva: 'ma hai bisogno?' e allora si fermavano qua e ci davano una mano.»

Un'organizzazione sorprendente coordinata da un supporto a più livelli, dove tutto viene gestito da una rete di associazioni. Da un lato ci sono i contatti diretti dell'associazione, dall'altro «le altre associazioni ucraine hanno i contatti con altre associazioni e realtà ucraine sparse nei vari stati – per esempio, c'è la famiglia in Ungheria che ospita degli ucraini che devono venire in Italia?» – l'aiuto arriva a staffetta.


L'organizzazione opera con diverse direttrici di aiuto, indirizzando gli aiuti in base alle richieste che arrivano – generi alimentari e medicine privilegiano il territorio ucraino e quello della frontiera – riuscendo ad evitare la dispersione di risorse.


Infatti l'aiuto non va in un singolo posto ma «abbiamo degli aiuti che vanno su più vettori, che sono in Ucraina in generale, cioè in tutto il paese dove è possibile arrivare – perché non è che puoi arrivare a Kiev –, le persone ferme sul confine, tra l'Ucraina e gli altri paesi, poi le persone in transito, quindi le famiglie che ospitano le famiglie in transito, e l'ultima direttrice d'aiuto è per le persone che poi arrivano qua effettivamente.»

Magda Calmasini, presidente di Share Odv


La rapidità degli aiuti è impressionante: «in uno-due giorni le cose arrivano. Il viaggio più o meno sono 12 ore – entri, tenendo in conto alla dogana che ti tengono fermo in media altre sei e sono 18. Quindi fai conto che in circa 24 ore nelle zone di confine ce la fai, e in due giorni riesci a prendere una zona un po' più ampia – in due giorni massimo riesci ad arrivare anche più all'interno. Non nella zona di conflitto, perché materialmente non ti ci puoi avvicinare, però di media uno-due giorni siamo sicuri che le cose una volta caricate arrivano a destinazione

Il grande successo di questi aiuti è dato dal fatto di operare direttamente con e per le associazioni ucraine dispiegate sui vari territori, perché «il problema dell'aiuto è che se l'aiuto non è organizzato, se non è pensato, se non è fatto come deve essere fatto più che un aiuto diventa un problema.»

Un esempio sono i problemi consolari. Infatti tutte le persone che trasportano i pacchi devono avere il permesso del console ucraino a Milano, «perché ovviamente adesso, essendo che vanno in un paese in guerra, ci devono essere diverse autorizzazioni

Un altro è dato dalla sicurezza dell'avere «contatti diretti per avere la certezza comunque di sapere dove vanno e a chi vanno le cose che raccogliamo. Perché quello è il problema di solito di queste iniziative, avere la certezza che il prodotto arrivi dove deve arrivare.»


Vuol dire tanto avere le persone giuste e i contatti giusti che «cascasse il mondo» faranno di tutto per fare in modo che le cose arrivino dove devono arrivare garantisce il successo di questi aiuti.

«È un aiuto al tuo paese, un aiuto al tuo paese che è in guerra. Quando sai che sul tuo vettore c'è da salvare la vita a cinquanta persone, da dar da mangiare a cinquanta famiglie, c'è la volontà di riuscire.»

Venerdì 4 marzo ci sarà un'altra raccolta alla Foresta, «in questo momento non vogliamo vestiario – servono prodotti di prima necessità come cibo e medicinali,» facendo però attenzione ad evitare cose friabili che si possano danneggiare durante il viaggio – i biscotti vanno bene, ma non creakers ad esempio, e assolutamente no al vetro. Perfette le scatolette di ogni tipo e prodotti igiene come pannolini e assorbenti che vengono spesso dimenticati.


Fondamentali farmaci e medicinali: «prodotti da banco, paracetamolo, bende, disinfettanti, oki, antidolorifici, bendaggi – hanno chiesto i lacci emostatici, quelli pesanti che non si trovano in farmacia. Un infermiere ha consigliato garze sterili, bende elastiche autoaderenti, disinfettante, soluzione fisiologica, cose di questo tipo.»

L'appuntamento è per venerdì 4 marzo dalle 9 alle 16, presso la sede dell'associazione La Foresta, in piazzale Orsi (stazione ferroviaria di Rovereto).

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