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  • Anežka Žáková

“Dialogo silente” a Pergine Valsugana. Conversazione con l’artista Annalisa Filippi

Aggiornamento: 10 giu 2021


Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero, è stata selezionata e premiata in diversi concorsi: nel 2014 ha esposto al MART (Museo Arte Contemporanea di Trento e Rovereto) nell’ambito del progetto IN RESONANCE a cura di Francesca Bacci, nel 2018 è stata Artista dell’anno Comune Pergine Valsugana (TN), nel 2019 ha vinto il Premio Internazionale d’Arte Contemporanea LYNX.


Annalisa Filippi con il trittico Silenzio BLU

Trentina, classe 1976, Annalisa Filippi si è laureata con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha frequentato diversi corsi di specializzazione, tra cui l’Accademia Internazionale d’Arte di Salisburgo. Nel 2013 ha conseguito la laurea triennale in canto Lirico presso il Conservatorio Bonporti di Trento.


Fino al 4 giugno sarà possibile visitare la sua mostra “Dialogo Silente” presso la galleria Contempo di Pergine Valsugana. Sui social l’artista indica in anticipo le date in cui si trova personalmente presso l’esposizione, pronta ad illustrarne l’itinerario e a rispondere alle domande dei visitatori.


Come è nata l’idea di questa esposizione?

Si tratta di lavori che sono nati quasi tutti durante la pandemia, nel periodo del lockdown. Per questo motivo sono opere molto intime, rispondono ad un’esigenza profonda che ho avvertito in quei giorni. In esse ho scoperto un linguaggio nuovo, a cominciare dal colore.

Finora il mio segno distintivo sono stati i colori caldi, in particolare una tonalità di rosso mattone che era proprio il mio “marchio di fabbrica”. Nel realizzare questi ultimi lavori invece si è presentata quasi prepotentemente sulle mie tele questa ondata di blu.

Lo si può vedere benissimo nell’installazione Quando il mare diventa cielo, che è la prima ad accogliere il visitatore. Ci sono tele che avevo incominciato a dipingere coi miei consueti rossi e che ho poi ricoperto quasi interamente di blu (ma le tinte calde fanno ancora capolino qua e là), come il trittico Silenzio BLU.


Un blu che indica desiderio di libertà, di cieli sereni?

Sì e no. Nel caso di Quando il mare diventa cielo è esattamente quello il senso.

Provavo uno struggente desiderio di spazi aperti, di libertà, di quella sensazione di serenità e quella vibrazione di colori, dal verde al blu, che ti può dare solo guardare il mare e alzare lo sguardo al cielo. E la mia installazione vuole ricreare proprio questo, con diverse lastre di plexiglass dipinte in queste tonalità, che alla luce del sole creano un gioco di riflessi colorati.

In generale però è proprio un punto di svolta nel mio percorso artistico: un colore di introspezione, contro il rosso che rappresenta il prima, quello che non si poteva più vivere.


Il dialogo e il silenzio. L’ossimoro del titolo è tutt’altro che casuale…

Infatti. Dialogo silente è il titolo di una mia opera del 2017. Con la gallerista, Dora Bulart, abbiamo deciso di inserire anche alcune mie opere precedenti. Sono dei ritratti di volti a coppie, in reciproca interazione. Il dittico che dà il nome alla mostra l’abbiamo disposto lungo l’angolo di una parete: praticamente i due volti non possono vedersi l’un l’altro – una metafora per l’isolamento e la privazione da contatti che tutti abbiamo sperimentato durante il lockdown.

Un’altra coppia di volti, che ho realizzato nel 2020, si intitola L’altro e può essere interpretata anche come un vedere se stessi come alterità, mutati tra un prima e un dopo pandemia.


L'altro

In questo periodo per te la creatività ha svolto una funzione catartica?

Assolutamente sì: fare arte mi ha aiutata a superare le difficoltà e a comunicare quello che non riuscivo a dire. Tuttavia non è stato solo un modo di esprimere me stessa, ma una ricerca di una dimensione collettiva, corale. L’arte ha sempre un messaggio sociale, per tutti. Questi lavori raccontano le ricerche, le solitudini, le assenze e le gabbie che tutti abbiamo vissuto.


Ti va di raccontarci come ti sei avvicinata all’arte e cosa significhi per te essere un’artista?

È stata una cosa naturale e spontanea: fin da bambina ho sempre provato forte attrazione per tutto ciò che implicasse la creatività. E ho avuto la fortuna di avere genitori che mi hanno assecondata lungo questo cammino. Non per tutti è così. Sono però convinta che ognuno di noi abbia un proprio dono e che debba seguirlo, anche andando contro le aspettative e i vincoli della società, se necessario.

Essere un’artista per me non è solo un lavoro, ma un’esperienza a 360 gradi, un modo di vivere. Le varie forme d’arte a cui mi dedico vanno di pari passo. Il canto lirico è una dimensione profondamente collegata per me alle arti visive. Mi capita di pensare a un quadro mentre canto, e di cantare o ascoltare musica mentre dipingo.


Lavori anche come insegnante. Come valuteresti il rapporto dei giovani con l’arte?

La scuola in cui lavoro è un istituto di grafica. Sono stata io ad introdurre un corso di stampa creativa, un progetto su cui il direttore e i colleghi mi hanno dato fiducia e che ha riscosso l’entusiasmo dei ragazzi.

Nei giovani vedo tanta curiosità e voglia di fare. Noto con piacere che si presentano numerosi alle mie esposizioni, cosa che non è scontata. E hanno una grande qualità: se non capiscono qualcosa, chiedono. Per fare questo ci vogliono umiltà e curiosità: le due caratteristiche da cui nasce l’arte vera.


INFO DIALOGO SILENTE: fino al 4 giugno 2021 è possibile prenotare una visita (INGRESSO LIBERO) al numero 3405682286. Spazio espositivo: Galleria Contempo, via Maier 48/A, Pergine Valsugana (TN).


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